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Si avvicina la scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi 2023: quest'anno ci sono nuove norme riguardanti le tasse sulle crypto, in particolare l'imposta di bollo.

Il modello Redditi Persone Fisiche 2024, relativo all'anno d'imposta 2023, dovrà essere presentato entro il 15 ottobre 2024, secondo quanto si legge sul sito ufficiale dell'Agenzia delle Entrate, ma l'imposta di bollo dovrà essere pagata entro il 30 giugno.

Dato che quest'anno il 30 giugno cade di domenica, l'ultimo giorno utile per pagarlo è il primo luglio. 

Occorre quindi distinguere tra il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi complessiva per le persone fisiche, e il termine per il pagamento dell'imposta di bollo. 

L’imposta di bollo e la dichiarazione dei redditi per il pagamento delle tasse crypto

Il pagamento dell’imposta di bollo sulle criptovalute deve essere effettuato entro il 30 giugno, ma visto che quest’anno il 30 giugno è domenica, c’è tempo fino al primo luglio per pagarla.

Tecnicamente non si chiama imposta di bollo, ma imposta sul valore dei cripto-asset (IVACA). Non c’entra niente il pagamento delle tasse sulle eventuali plusvalenze, che sono una faccenda completamente separata, con scadenze diverse.  

Sul sito specializzato Fisco7 è stata pubblicata una guida completa sulle modalità di determinazione dell'IVACA. Esiste anche una circolare ufficiale dell'Agenzia delle Entrate che spiega tutto nel dettaglio, ma è un documento tecnico di non facile comprensione per i non esperti.

L’IVACA è stata introdotta con la legge finanziaria del 2022 ed è entrata in vigore nel 2023. 

Si tratta di un’imposta sul possesso di criptovalute, e poiché quest’anno dovranno essere pagate le tasse per il 2023, è la prima volta in assoluto in Italia che deve essere pagata dai contribuenti. 

L'importo da versare per l'IVACA è calcolato nella misura del due per mille (0,2%) del valore in euro dei cripto-asset detenuti dal contribuente. 

Il pagamento dovrà essere effettuato utilizzando l'apposito modello F24. 

Dichiarazioni e tasse crittografiche: il pagamento sugli scambi dell'imposta di bollo

Coloro che detengono i propri cripto-asset in uno scambio, o in un portafoglio di custodia, potrebbero aver già pagato l’IVACA. In teoria, infatti, spetterebbe ai custodi terzi pagare questa imposta sul patrimonio per conto dei propri utenti, anche se sembra che non tutti i custodi lo abbiano già fatto. 

Certamente il contribuente non deve pagare due volte. Quindi se l’exchange ha già pagato la sua IVACA non deve pagarla nuovamente, mentre se non ha provveduto il custode deve occuparsene il contribuente stesso. 

Per non pagare l'IVACA in caso di pagamento già effettuato dal depositario è necessario munirsi di un documento rilasciato dal depositario stesso attestante l'avvenuto pagamento. 

Tuttavia, anche in caso di pagamento dell'IVACA da parte del depositario, il contribuente non è esentato dall'obbligo di compilare il modello W ai ​​fini del monitoraggio fiscale. 

Il dipinto W

Il framework W è l'aggiornamento del vecchio modulo RW, al quale sono stati aggiunti campi per includere anche l'IVACA. 

Questa sezione permette al contribuente di dichiarare il valore in euro delle criptovalute in suo possesso. 

Per dichiarare il possesso di cripto-attività nella colonna 3 occorre inserire il codice 21. 

È necessario specificare il valore iniziale e il valore finale, più il numero di giorni di possesso. 

L'importo dell'IVACA dovrà essere calcolato sul valore finale in euro indicato nella casella W in proporzione al numero di giorni di proprietà. 

Dato che questi calcoli possono essere anche molto complessi da eseguire, in caso di possesso di molti cripto-asset diversi e soprattutto di molte transazioni e scambi nel corso dell'anno fiscale, è consigliabile utilizzare software specifici per il calcolo, oppure affidarsi a professionisti che sono esperti nel settore. 

È molto semplice commettere errori e se le cifre iniziano a diventare significative si corre il rischio di incorrere in sanzioni anche di importi rilevanti. 

Le due soglie 

Sebbene non esistano soglie al di sotto delle quali non è necessario completare il quadro W, esistono tuttavia due soglie interessanti relative al pagamento dell'IVACA. 

La prima è una soglia molto semplice: per importi inferiori a 12€ non è necessario pagare l'IVACA. 

Pertanto, solo coloro che, dopo aver compilato la sezione W ed eseguito tutti i calcoli sopra menzionati, sono tenuti a pagare questa imposta di bollo sui cripto-asset se l'imposta di bollo ammonta a 12€ o più.

Non si tratta di una soglia specifica per l'IVACA ma di una soglia generica per le imposte di bollo. 

L'altra soglia esistente è quella di 51,65€, perché al di sotto di questa soglia l'anticipo non viene pagato. 

Pertanto, per importi inferiori a 12€ non viene pagata l'IVACA, mentre per importi compresi tra 12€ e 51,65€ viene pagata solo l'IVACA sul 2023 ma non l'anticipo. 

Il vantaggio

Invece, per importi superiori a 51,65€ dovrà essere versato anche l'acconto per il 2024. 

Il fisco italiano è abituato a chiedere talvolta il pagamento anticipato delle imposte. 

Poiché le imposte sulle attività di un anno fiscale vengono pagate molti mesi dopo la fine dell'anno, nell'anno successivo, in alcuni casi l'amministrazione finanziaria italiana chiede nell'anno in corso di versare anche un anticipo sui redditi dello stesso anno in corso, oltre alle imposte sui redditi dell'anno precedente. 

Ciò vale anche per l'IVACA del 2024, ma solo per coloro che nel corso del 2023 hanno maturato un'imposta superiore a 51,65€. 

Il problema è che questo significa che, per questo primo anno, chi ha maturato un IVACA superiore a 51,65€ nel corso del 2023 rischia di finire per dover pagare fino allo 0,4%, compreso l'anticipo per l'anno in corso. 

La cosa è quantomeno curiosa, visto che è praticamente impossibile che a fine 2024 il valore dei crypto asset sarà pari a quello di fine 2023. 

Esiste però almeno la possibilità di pagare l'anticipo a rate nel caso di IVACA superiore a 257,52 euro. 

Ovviamente l’anno prossimo l’eventuale acconto già versato quest’anno verrà detratto dall’imposta IVACA maturata per tutto il 2024.